Francesco Galdo

francesco galdo
francesco galdo

Il maestro Francesco Galdo, laureato all'Accademia di Belle Arti di Napoli si forma come artista multidisciplinare. Diventa direttore Creativo nel campo della comunicazione, miscelando arte, creatività e comunicazione.

La sua arte è una lente di ingrandimento sotto la quale piccoli frammenti del vivere si mettono in luce. Un tempo bloccato dove ritrovare i ritmi reali. Visioni oniriche che evidenziano lo spessore dell'anima.

 

È il Curatore della rubrica @mostrarti su facebook, dove mette a confronto gli artisti di tutta Italia con videointerviste live mirate all'approfondimento della parte umana dell'arte.

 

Crea e mette in atto i progetti /mostre "mai visto così" ed "i selfie dei pensieri", portando l'arte nei luoghi non deputati, avvicinandola alla gente comune. I temi preferiti della sua arte sono l'ecologia ed il cibo non cibo (rispetto per ogni forma di vita). 

 

L'opera: "il virus siamo noi" scultura realizzata in materiali misti, altezza 1,70m è in esposizione permanente presso il comune di Baronissi (SA).

"Cibo Non Cibo" è un'opera che invita lo spettatore a riflettere sul significato stesso del cibo e sull'impatto delle nostre scelte alimentari. Attraverso una rappresentazione provocatoria e contemplativa, l'opera mira a sensibilizzare sull'importanza di riconoscere gli animali non come risorse o merci, ma come esseri viventi con una propria dignità e diritto all'esistenza.

L'opera esplora i confini tra il concetto di "cibo" e quello di "essere vivente", offrendo un punto di vista alternativo sulla consuetudine di considerare alcune specie animali solo in funzione della loro utilità alimentare. Ogni elemento visivo, ogni scelta cromatica e materiale usato nell'opera, sono pensati per sottolineare il contrasto tra ciò che consumiamo abitualmente e ciò che in realtà esso rappresenta: un'esistenza che potrebbe essere libera e autonoma.

Obiettivo dell'opera:

"Cibo Non Cibo" non si limita a criticare le abitudini alimentari, ma vuole stimolare una riflessione profonda su come percepiamo gli animali e sul rapporto di interdipendenza tra tutte le forme di vita. Questo lavoro invita lo spettatore a chiedersi: che valore diamo alla vita? Siamo disposti a rivalutare le nostre scelte in nome di un'etica che riconosce la sofferenza e la bellezza di ogni creatura?

Attraverso questa prospettiva, "Cibo Non Cibo" diventa non solo un'opera d'arte, ma un atto di consapevolezza e un invito a considerare gli animali come esseri senzienti e compagni di esistenza, piuttosto che oggetti da consumare.

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